Fontanini resiste, la giunta resta a nove
Ieri il debutto del nuovo Consiglio provinciale, che ha eletto al vertice, come da previsioni, Marco Quai del Pdl. Cravatta verde per il leader. Ma resta in bilico la delega all’Edilizia scolastica che il presidente potrebbe affidare a Virgili.
Il Gazzettino, 8 maggio
La Giunta era a 9 assessori e tale è rimasta nella presentazione ufficiale che ieri il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, ha fatto nel corso del primo Consiglio, riunitosi al completo e in prima istanza presieduto dal consigliere Renato Carlantoni.
Solo un quarto d’ora di ritardo e un clima cordiale da “primo giorno” per un appuntamento che aveva avuto una vigilia politicamente movimentata, segnata dai malumori in seno al Pdl, e pare in particolare in Fi, per una squadra che avrebbe dovuto fermarsi ad otto, salvaguardando così gli equilibri tra le forze della maggioranza. Ieri, però, in aula nulla è trapelato e Fontanini ha dato lettura dei nomi degli assessori (5 Pdl, 2 Lega Nord e 2 Udc), ma non delle deleghe. Siederanno accanto al presidente il vice Fabio Marchetti, Daniele Macorig, Adriano Piuzzi, Mario Virgili, Franco Mattiussi, Stefano Teghil, Elena Lizzi, Enio Decorte e Ottorino Faleschini.
Alla presidenza del Consiglio eletto il designato della maggioranza, ovvero l’azzurro Marco Quai, già presidente nella scorsa tornata amministrativa, che ha registrato 19 voti a favore e 12 schede bianche. Come vice avrà Renato Antonelli (vicario) e Maurizio Gerussi. Ma proprio durante l’elezione del presidente si è verificato il primo stop del neo Consiglio, con una sospensione che si è protratta per 25 minuti. A richiederla il portavoce dell’opposizione di Centrosinistra Diego Travan , che al suo debutto a Palazzo Belgrado ha stigmatizzato il metodo con cui la maggioranza stava andando al voto: «Auspicavamo un incontro - ha detto -, per verificare se c’erano le condizioni per una scelta condivisa». Sull’avvio dei lavori della nuova amministrazione è aleggiato il ricordo degli avvenimenti che hanno portato allo scioglimento anticipato del Consiglio il 7 dicembre scorso, ed è stato proprio Travan a rievocarli. «Riteniamo che questa Provincia meriti una discontinuità - ha sottolineato - e un presidente del Consiglio condiviso segnerebbe una nuova partenza». Discontinuità che il presidente Fontanini ha rimarcato esserci già stata con la «forza e il coraggio che il Consiglio ha avuto di chiudere anticipatamente il lavoro amministrativo», garantendo «disponibilità ed attenzione» nei confronti dell’opposizione sia nei lavori delle Commissioni che del Consiglio. Alla fine sospensione concessa, ma senza un’inversione di rotta e dunque l’elezione di Quai che ha assicurato «massima correttezza dei comportamenti e assoluta imparzialità».
In un’aula in cui spiccavano le cravatte verde “acido” del presidente della Provincia e del consigliere leghista Massimo Milesi, unitamente alla rosa bianca che il neo assessore Lizzi ha ricevuto in dono da un’elettrice, Fontanini ha presentato il suo programma su cui si dibatterà il 14 maggio. Per allora, dovrebbero essersi definitivamente stemperati gli animi all’interno della maggioranza, ieri riunitasi per il pranzo, anche perché Fontanini non ha ancora assegnato una delega di peso, quella dell’edilizia scolastica. «Su questo lavoreranno in tandem», ha detto sollecitato in merito. I beninformati sostengono, comunque, che dovrebbe essere appannaggio del Pdl, e magari degli assessori di Fi: in pole position c’è Mario Virgili, segretario provinciale forzista.
Antonella Lanfrit