Friulano, Fontanini conquista Travan
Reazioni generalmente positive alla rivendicazione linguistica del nuovo leader di Palazzo Belgrado.
Il rivale per la presidenza apprezza l’uso della marilenghe in Rai. Ma Carlantoni (An) è scettico.
Il Gazzettino, 1 maggio
Nel nuovo consiglio provinciale consenso bipartisan, seppure con qualche limite avanzato da An, per l’intervista in friulano che il presidente della Provincia Pietro Fontanini ha rilasciato martedì al Tg della Rai regionale, che lo ha tradotto in simultanea.
«Ho applicato un diritto, intendendo pure dare un segnale e cioè che su certe questioni ho le idee chiare», spiega il presidente, che per questo non vuole essere considerato un “friulanista”, ma semplicemente un friulano. Non è detto, comunque, che d’ora in poi tutte le interviste le rilascerà in marilenghe, perché «voglio far percepire l’importanza della lingua, ma non voglio che diventi un elemento folcloristico. Il Friuli, attraverso la Provincia di Udine, deve accrescere complessivamente il suo peso e il suo ruolo. Avanzerò proposte precise, per esempio sul fronte economico e infrastrutturale, tanto in Regione quanto a Roma».
Dalla sua il consigliere leghista Stefano Teghil: «Assolutamente d’accordo - commenta -, il friulano è una nostra peculiarità e va adoperato. Si pensi a cosa rappresenta il catalano per la Catalogna». A favore del presidente anche alcuni consiglieri di Forza Italia. «Un’iniziativa che giudico positiva - dice Adriano Piuzzi -, perché è anche la dimostrazione di una presidenza forte, che difenderà la provincia con scelte amministrative decise e si farà sentire con molta autorevolezza». Riconosce un suo diritto un altro forzista, Marco Quai. «Il friulano è una lingua riconosciuta dallo Stato - osserva - e dunque era suo diritto esprimersi in marilenghe. Tanto più se per cultura e sensibilità personale ha ritenuto di agire così». Confessa, comunque, che lui in Consiglio parlerà in italiano, come farà probabilmente Teghil, più per consuetudine che per contrarietà all’uso del friulano.
Conferma il diritto, ma invito alla moderazione il consigliere di An e sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni, di madrelingua tedesca. «Ci sono alcune aree di questa regione che hanno una norma di tutela, in primis la legge nazionale 482. Quindi - premette -, nulla vieta di utilizzare la propria conoscenza linguistica variegata». Ciò detto, però, il primo cittadino dell’unico comune della regione in cui storicamente si parla friulano, tedesco e sloveno oltre all’italiano, invita alla moderazione, «perché l’eccesso dell’uso diventa un abuso della stessa legge. Nella mia amministrazione ho tre persone assunte per lo sportello delle tre lingue, ma io parlo in italiano. Nulla contro, ma non esageriamo. Si è in Italia e la lingua ufficiale è l’italiano, la Rai è la radiotelevisione italiana». Data l’aria che tira, anticipa comunque che il suo primo intervento in Consiglio provinciale lo farà in tedesco «e poi, per limitare le spese, mi autotradurrò, come ho già fatto in passato, pur sapendo che avrei diritto ad un traduttore. Se proseguiamo però di questo passo, aggiungendo eventuali interventi in sloveno, la babele sarà evidente».
Pieno appoggio al presidente, invece, dallo sfidante sconfitto Diego Travan , che di lingue ne parla cinque: friulano, italiano, spagnolo, francese, tedesco e inglese. «Nulla da eccepire e non solo perché conforme alle norme. Io non l’avrei fatto, ma Fontanini ha giustamente rivendicato l’importanza di utilizzare la madrelingua anche nei mezzi di informazione».
Antonella Lanfrit
14 Dicembre 2008 alle 1:48 pm
Speriamo che il disegno di eliminare le provincie e le loro inutili aministrazioni venga realizzato al più presto. Se non altro, ci sarà qualche presidente s-t-r-o-n-z-o- beota di meno.