Lavoro, formazione è la parola magica

Quasi tutti i candidati alla presidenza chiederebbero alla Regione quest’ulteriore competenza

Il Gazzettino, 3 aprile

PIETRO FONTANINI (Pdl, Ln e Udc)

1. La Provincia ha uno strumento importante per la gestione delle politiche del lavoro, ovvero la rete dei centri per l’impiego.

2. Attraverso il canale pubblico, secondo alcune stime non passa che il 5\% della domanda e dell’offerta. Bisogna far crescere questa percentuale, attivando un maggior coordinamento con le associazioni di categoria, perché vi sia un contatto reale con il territorio.

3. La Regione deve provvedere a trasferirci anche la competenza sui Centri per l’orientamento e la formazione professionale. Va inoltre ripreso il progetto, concepito nel 2005, di rendere operativo il Comitato provinciale per l’Economia e il lavoro, attraverso cui predisporre un piano degli interventi di durata quinquennale, ma aggiornato annualmente con l’approvazione del bilancio di previsione.

DIEGO TRAVAN (Pd, Sinistra arcobaleno, Partito socialista, Idv e Cittadini).

1. Il lavoro è uno dei punti fondamentali su cui concentrerò il mio impegno se sarò presidente. Lo scenario economico internazionale è molto difficile e non possiamo nasconderci che ciò potrà significare momenti difficili per le imprese e le famiglie locali.

2. La Provincia dovrà trovare quante più risorse possibili per agire almeno su due fronti. Riguardo alle imprese, per creare un clima culturale a loro favorevole, il che significa almeno non ostacolarle nella loro attività allungando, per esempio, i tempi delle autorizzazioni. Sulle piccole e medie imprese, che costituiscono il nostro tessuto produttivo, poggia lo sviluppo di questo territorio.

3. La Provincia deve impegnarsi per limitare il diffondersi del precariato, che è una sorta di “suicidio collettivo”. Le imprese debbono essere incentivate a stabilizzare i rapporti di lavoro anche informandole a sufficienza sulle opportunità a normativa vigente. Dobbiamo poi rilanciare i centri per l’impiego, puntando pure ad un forma di leale collaborazione con gli enti privati che si occupano della materia.

MARZIO STRASSOLDO (Autonomia-Strassoldo presidente)

1. Dal 2003 la Provincia ha ottenuto la gestione dei centri dell’impiego, ma si deve provvedere ad una profonda revisione del sistema del collocamento pubblico, che deve superare l’attuale ruolo registrativo e certificativo per diventare efficace strumento di reale intermediazione tra domanda e offerta.

2. La Provincia deve impegnarsi per una rivalutazione del lavoro manuale, in modo da evitare che le esigenze della produzione trovino soddisfacimento solo da parte dei lavoratori extracomunitari.

3. Va affermata una cultura della sicurezza sui posti di lavoro, della trasparenza dei processi di reclutamento e di rigore nel rispetto delle normative in materia di lavoro.

ENRICO PEZZETTA (La Destra)

1. Lo dicevo già dieci anni fa: la formazione professionale dovrebbe essere in mano alla Provincia, perché essa rappresenta lo strategico anello di congiunzione tra l’attività dell’amministrazione pubblica, le categorie datoriali e i giovani che cercano occupazione.

2. E’ evidente che la Regione si guardi bene dal “passare la mano” su questa competenza, perché su di essa confluiscono molti fondi europei. Ma la Provincia deve poter essere protagonista su questo fronte, perché in grado di cogliere meglio le esigenze particolari di ogni singolo territorio.

3. Già molti anni fa proponevo un salario d’ingresso per chi perdesse il lavoro dopo i 50 anni. Ai dipendenti della Provincia, spesso nell’occhio del ciclone, va tutto il mio sostegno.

LUCA BATTISTA (Fiamma Tricolore)

1. La Provincia deve poter gestire la formazione professionale, perché così si possono strutturare corsi legati alle figure professionali di cui ogni zona necessita.

2. Uno dei progetti che abbiamo già in mente riguarda la preparazione di personale per l’assistenza negli asili nido pubblici. Figure che dovranno affiancare le maestre per aumentare i posti disponibili.

3. Ai corsi dovranno accedere innanzitutto i residenti in provincia, con un punto aggiuntivo, fino ad un massimo di cinque, per ogni anno di residenza.

Antonella Lanfrit

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